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L’IMPATTO DEL NUOVO DPCM SUI RISTORANTI

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Con il nuovo decreto anti Covid, in vigore da giovedì 8 ottobre 2020, il governo introduce nuove regole per bar e ristoranti. A farne le spese, sono i locali che non dispongono di un numero adeguato di tavoli in quanto la chiusura per tutti è prevista per le 24 ma già dalle 21 non sarà possibile servire i clienti rimasti in piedi. Queste nuove imposizioni, sommate all’aumento dei casi e all’arrivo del grande freddo, genereranno ancora di più un incremento nell’ormai florido mercato del food delivery.

Il food delivery si è già confermato come primo segmento alimentare in Italia e un italiano su 4 ordina abitualmente cibo online, con numeri che vanno aumentando di anno in anno, fino ad una percentuale dell’80% se consideriamo il resto dell’Europa. Il piacere di consumare un buon pasto al ristorante rimane, ma gli italiani stanno scoprendo la comodità di poter gustare i manicaretti del loro ristorante preferito anche nella sicurezza della loro casa.

Molte app come UberEats, Deliveroo, Glovo e JustEat, per citare le più famose, hanno da tempo fiutato l’affare, ma se da una parte l’appoggiarsi a questi colossi è un vantaggio in termini di visibilità, dall’altra bisogna fare i conti con alcuni aspetti non proprio piacevoli. Il primo punto da vagliare riguarda sicuramente le provvigioni trattenute dalla app su ogni pasto consegnato a casa. Questo si può tradurre in un minor guadagno per il ristoratore o in un rincaro del listino prezzi per far fronte alla nuova spesa da sostenere. Un altro svantaggio può essere rappresentato dall’avere il listino del concorrente in bella vista di fianco al proprio, rischiando così l’inevitabile paragone e la probabilità di perdere una vendita.

E’ tenendo presente questi aspetti che si collocano le app personalizzate, tailor made ovvero create appositamente sulle specifiche esigenze del ristoratore e della sua clientela, come un sarto farebbe con un abito su misura. Una app che taglia di netto le provvigioni da dedurre per ogni piatto ordinato e che permette al titolare di disporre in esclusiva dei dati della sua clientela, in modo da decidere autonomamente le promozioni, di differenziarle in base al cliente e nel momento che ritiene più opportuno. Questa soluzione è riservata anche ai meno tecnologici e più impegnati perché si avrà un team di esperti al proprio servizio in grado di poter risolvere ogni problema tecnico.

In un mondo che si sposta sempre più verso il virtuale, questi servizi consentono un ampliamento sicuro del proprio business e l’acquisizione di un nuovo target di clientela. Per concludere, possiamo dire che il food delivery è ormai una necessità irrinunciabile nelle città e si sta sempre più diffondendo anche alle zone più remote.

Laura Rossi

Il nuovo DPCM integrale, leggete qui

Per approfondire: qui.

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