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Cibo e integrazione: Roma ci insegna come

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I romani scoprono il cibo etnico

La pandemia ha obbligato anche la tradizionalista Italia a fare un balzo avanti nella tecnologia perciò il food delivery è ormai una realtà consolidata anche per i più scettici e reticenti. A Roma si sta facendo di più grazie a Shaza Saker e ai suoi compagni che a colpi di manicaretti siriani stanno conquistando i palati della capitale. Nata a Damasco ma cresciuta a Roma, nel 2017 conosce Jamana, appena arrivata a Roma dalla Siria e insieme decidono di fare qualcosa per aiutare i propri connazionali. Nasce così Hummustown, una cooperativa solidale di piatti siriani a domicilio, anche per catering, che impiega profughi siriani.

 

Cucina, cultura e integrazione

L’intento della cooperativa è quello di dare un appoggio ai profughi siriani (e non!) che arrivano in Italia. Li aiutano ad imparare la lingua, a disbrigare le pratiche necessarie e a muoversi nella capitale. Durante questo anno di pandemia poi, il progetto si è ulteriormente evoluto comprendendo anche italiani. Molte famiglie italiane sono a rischio povertà e la cooperativa si occupa anche di loro. Al momento Jumana prepara cibo siriano, Erminia cucina romano e Hamida kenyano.

Fusion innaffiato da vino toscano

Hummustown si è organizzata anche per fare delivery di aperitivi stringendo una partenership con una cantina toscana, La Chimera d’Albegna. Shaza spiega così l’aperitivo del sabato: “Consegniamo a casa tre vini, un extravergine e i nostri piatti da condividere insieme il sabato, collegandosi online tra le 17 e le 18,30. L’azienda vitivinicola ci guida in un percorso virtuale tra viti e olivi fino in cantina e in tre stop si degusta insieme. Abbiamo infine scoperto che il rosato si sposa benissimo con l’hummus, che l’extravergine è speciale insieme ai crostini di fegato alla toscana, che il bianco si esalta con la salsa mutabbal (a base di melanzane affumicate, crema di sedano e olio di oliva) e con la shamandar, salsa a base di barbabietola rossa con crema di sesamo, aglio, yogurt e olio di oliva. Così si intrecciano i sapori e le tradizioni del Mediterraneo… Il terzo vino, un rosso a base di Cabernet e Sangiovese, lo abbiniamo a nostri felafel di ceci con crema di tahine, yogurt e limone. In questo modo facciamo anche un’altra prova di incontro, quella tra vino toscano e cucina siriana: perché l’obiettivo, oltre a lavorare, è creare quel mix di cucine e di culture che spinga ad ampliare le possibilità di integrazione”. 

Integrazione quindi delle persone e anche dei prodotti per creare qualcosa di unico. Il ristorante sta andando benissimo ed è molto apprezzato in città e i clienti sono sempre di più.

Per dare un’occhiata al menù e alla cooperativa, puoi cliccare qui.

I vini li fornisce la cantina La Chimera d’Albegna.

Se anche tu vuoi agevolare il servizio di asporto e delivery per il tuo ristorante, eccoti le nostre proposte di abbonamento.

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